È come un cane che si morde la coda.
Il bambino che vuole comandare in realtà sente di non avere potere personale.
"Non mi ascolta"
"Non fa mai quello che gli/le dico"
"Vuole decidere sempre tutto lui/lei"
"Mi sfida!"
"Mi guarda con un sorriso sfidante"
E qui si innescano forti lotte di potere tra noi e nostro figlio.
Non possiamo e non vogliamo cedere. Non può metterci i piedi in testa
"Fila in camera tua!"
"Non guarderai la televisione per tutta la settimana"
"Vai a letto senza cena!"
"Qui comando io!"
Ma niente sembra cambiare. Il suo atteggiamento sfidante e provocatorio non accenna a diminuire le volte successive, anzi, sembra si sia presa la strada verso poli opposti.
Genitori da una parte e figlio dall’altra... e sembra addirittura contento di averli fatti arrabbiare.
Anzi questo appare ai nostri occhi come il suo scopo principale: mettere i genitori in difficoltà e andarne fiero.
Ma esiste una convinzione nascosta, che si è marchiata nella sua mente:
"Mi sento importante quando ti comando o ti impedisco di comandare, quando ti mostro che non puoi forzarmi o fermarmi".
Attraverso suo comportamento sta gridando a gran voce, seppur in silenzio, queste parole:
"Mamma, papà fatemi sentire che valgo, fatemi sentire che quello che penso e quello che faccio è importante per voi. Lasciami aiutare, dammi opzioni!
"Se continua a mancare la "connessione" il genitore non udirà mai questo grido di aiuto e continuerà a mal interpretare il comportamento del bambino, chiedendosi come mai si mostra così maleducato, irrispettoso e domandandosi dove è finito quel bambino tanto dolce e gentile di qualche anno prima.
Tutto cambia se prima che a parole, ma nel nostro modo di percepirlo, iniziamo a comunicare con lui con questa intenzione: "MI FIDO DI TE, SO CHE PUOI AIUTARMI E POSSIAMO COLLABORARE. SO CHE SEI IN GRADO DI FARCELA.
"Quindi la domanda sorge spontanea: abbiamo fiducia in nostro figlio?
Vediamo la grandezza che è in lui?
Riusciamo a leggere la sua richiesta di aiuto nascosta dal suo "cattivo" comportamento?
Ribaltando la visione tutto cambia.
Non ci sarà più bisogno di incappare in inutili lotte di potere cercando di farsi valere.
"Figlio mio, io riconosco il tuo valore e tu riconosci il mio.
"Prendiamoci per mano e ricominciamo a partire dal rispetto reciproco.
Ti abbraccio
Daniela
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