"Non ho davvero idea di come porre conseguenze ai comportamenti sbagliati di mio figlio", è la frase che mi sento dire più spesso durante le consulenze con i genitori.
L'idea di stabilire conseguenze, o di imporle, è già di per sé un'idea distorta. Un castigo si impone. La conseguenza invece è il risultato naturale di una o più azioni. Ecco perché si chiama appunto "conseguenza".
Molti genitori semplicemente sostituiscono la parola "punizione" con la parola "conseguenza". Quindi sostituiscono la violenza della punizione con una aggressione, se così possiamo dire, più subdola delle conseguenze, dicendo semplicemente la stessa cosa ma con un po’ più di eleganza. Ma il succo non cambia!
Invece di "Non toccherai la Play per un mese!" Diventa "Per aver litigato con tua sorella, hai perso il diritto di usare la Playstation".
Non vedo molta la differenza tra l'una e l'altra forma. Ma almeno…funzioneranno? A mio parere no!
Se tuo figlio ha litigato con sua sorella, la conseguenza corretta sarebbe quella di scusarsi e sistemare la questione, perché una regola familiare chiara e importante è: "Nella nostra famiglia viviamo in armonia".
Dopo aver impostato una regola o un limite, è importante sapere cosa fare se questo non viene rispettato. È qui che molti genitori si confondono: è inutile fissare dei limiti se non si sa come gestirne le conseguenze.
Esistono diversi tipi di conseguenze. Le più importanti sono quelle naturali e quelle logiche.
Vediamo insieme come si delineano.
Conseguenze naturali: sono i risultati che derivano direttamente da un errore commesso. Queste conseguenze sono un insegnamento chiaro e immediato, a volte doloroso. Ad esempio, se tocchi il fuoco ti bruci. Se non sei gentile col gatto, ti graffia.
Conseguenze logiche: di solito sono decise dal genitore, non si possono generalizzare, il genitore si presume infatti che abbia la capacità di vedere cosa manca a suo figlio. Ad esempio: è tempo di fare i compiti. Se tuo figlio non lo fa (per aver fatto qualcos'altro), la conseguenza è che in seguito non avrà il tempo di guardare il suo programma preferito, di giocare liberamente o di uscire con i suoi amici. Non c'è giudizio da parte tua, non si tratta di giudicare tuo figlio come "buono" o "cattivo" e di fargli arrivare questo messaggio. Si tratta invece di fargli capire in che modo le sue decisioni generano conseguenze e anche se non gli piacciono, sono sue e deve affrontarle assumendosene le sue responsabilità.
Un altro esempio. Mio figlio gioca a pallone in casa. Gli dico che in casa non si gioca. Non mi ascolta e rompe un vaso. A quel punto innanzitutto deve aiutare nel sistemare il caos che ha creato e poi dovrà contribuire alla riparazione del vaso se è ancora possibile o dare la sua paghetta per ricomprare il vaso.
La conseguenza lo aiuta a comprendere le conseguenze delle proprie azioni. Se invece gli avessi dato la punizione di non vedere più la televisione per un tot di giorni, questa non avrebbe avuto nessun nesso con l'uso del pallone in casa.
Non essendoci processo logico tra uso del pallone -->rottura vaso-->niente tv non vi sarebbe stato insegnamento.
Quando gestisci le conseguenze con abilità, tuo figlio smette di vederti come "il nemico" o come colui che impone le punizioni. Si rende conto di aver generato il problema e ora è sua responsabilità risolverlo. E tu sei lì per aiutarlo quando ne ha bisogno.
Con questo processo si ottiene autodisciplina, responsabilità e maturità senza minare la sua autostima.
Imparare a gestire correttamente i limiti e le conseguenze ti aiuterà a vivere il tuo “lavoro” di genitore in maniera molto più piacevole e rilassata.
Emospace segue le migliori correnti della Educazione Emotiva e si promuove di diffondere i benefici delle alternative alla punizione che possano correggere il comportamento dei propri figli in modo costruttivo e positivo, basando la relazione sull’amore e sul dialogo e non sulla paura e la minaccia. Ponendo l’attenzione sull’importanza delle regole e dei limiti in quanto fondamentali nell’educazione e nello sviluppo del cervello. Promuovono infatti un profondo senso di sicurezza oltre che autocontrollo e tolleranza alla frustrazione.
Questi limiti vanno stabiliti con fermezza, calma e affetto.
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