Cosa si nasconde dietro gli scatti di rabbia?
Si manifesta con urla, minacce e sensazione di perdere il controllo. Ma dietro queste reazioni c’è qualcosa che si nasconde molto bene…la paura!
Non sto parlando solo di quello che accade ai nostri figli, ma anche a noi adulti.
La paura è così forte che ci fa reagire in maniera incosciente. Ossia fuori dalla nostra volontà.
Accade quindi che quando reagiamo con rabbia di fronte ai comportamenti dei nostri figli è perché sotto sotto abbiamo paura di qualcosa...
Ti è mai capitato di cambiare completamente di umore e non renderti conto che cosa è successo? Un pensiero fugace ti è passato per la testa e ha fatto partire una reazione a catena.
Spesso non siamo neppure consapevoli di quel pensiero rapido e fulmineo come una saetta. Altre volte invece è proprio il nostro "autodialogo interno" a farci cadere in questa spirale.
"Come è possibile che mio figlio mi voglia picchiare?"
"Come osa mancarmi di rispetto!"
"Se si comporta così a 4 anni figuriamoci a 16!"
"Che cosa pensano gli altri di me quando mio figlio fa i capricci?"
E così scatta la paura.
Abbiamo paura di non saper gestire la situazione, abbiamo paura del giudizio altrui, abbiamo paura di sbagliare, ci sentiamo inadeguati, di perdere il controllo della situazione.
In poche parole, ci sentiamo impotenti, vulnerabili e insicuri.
La paura sale e vorremmo tanto ritornasse da dove è venuta e non si facesse più sentire.
Ma ormai è troppo tardi.
Scatta lo scontro tra la parte saggia e adulta di noi e quella che si sente in difetto.
E in un batter di ciglia si trasforma in rabbia verso i nostri figli.
Se osservassimo la dinamica da fuori è come se vedessimo 2 bambini che "si scontrano". Uno è nostro figlio. L’altro siamo noi.
Ogni forza in campo si porta dietro il bisogno di essere ascoltato, amato, compreso.
Veniamo catapultati in uno spazio temporale in cui non esiste tempo e riviviamo le nostre paure dell’infanzia. Avevamo paura di non essere presi abbastanza in considerazione, di non essere "visti" dai nostri genitori e di non essere ascoltati.
E nel momento presente ce la prendiamo con i nostri figli, che ci fanno rivivere queste sensazioni che tanto ci avevano fatto star male...
ma la colpa non è loro, anzi, ci stanno solo facendo da specchio per aiutarci a vedere parti di noi di cui ancora non ci eravamo accorti.
Solo portando attenzione al nostro sentire, a quello che sentiamo muoversi dentro di noi e dandogli un senso, potremo cambiare la reazione automatica e incominciare ad agire da adulti, e non a partire da un impulso automatico che parte dal nostro bambino ferito del passato.
Lo stesso lavoro di comprensione che facciamo nei confronti delle manifestazioni di rabbia dei nostri figli, in cui andiamo a slegare i "sintomi" dalla radice (è un sintomo il fatto che grida o alza le mani, ma qual è la radice? Cosa sta ad indicare il suo comportamento?) dovremmo farlo su di noi!
Perdi il controllo? Questo è solo il sintomo. Il frutto di una pianta che affonda le sue radici nel terreno da cui si nutre.
Urli? È sempre un sintomo.
Ti viene da piangere? È ancora un sintomo.
Ma cosa c’è alla radice di questa reazione? È su questo che dobbiamo puntare l’attenzione. Solo legittimando questa parte, nominandola, comprendendola ed accettandola potremo essere davvero liberi di agire come "genitori-guida".
Un abbraccio
Daniela
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