Con queste parole Gaia ieri mattina, mi ha confessato la sua responsabilità di un episodio accaduto due sere fa, poco prima di andare a letto.
I bambini si stavano rincorrendo per andare a mettersi il pigiama e stavano gareggiando su chi avrebbe fatto più in fretta. Ad un certo punto sento Gabriele che piangendo urla: "Ahia! Gioele, la mano!"
La mano di Gabriele era rimasta pizzicata nella porta. Pensava fosse stato Gioele, il fratellino di quasi 4 anni, ad aver chiuso la porta senza fare attenzione.Ho spiegato quindi a Gioele di fare attenzione.
"Se le manine rimangono pizzicate, possiamo farci molto male. Dobbiamo fare attenzione!" dicevo mentre passavo sotto l’acqua fredda la mano di Gabriele. Gioele mi guardava con i suoi occhioni scuri, e dispiaciuto, si è messo a piangere richiedendo di essere preso in braccio.
Siamo poi andati a letto.
Il mattino dopo Gaia è stata la prima a svegliarsi. Mi viene incontro per abbracciarmi come di consueto e mi chiede di seguirla.
"Mamma, ti devo dire una cosa importante"
Mi abbasso alla sua altezza e la guardo negli occhi.
"Sai ieri, quando Gabri si è pizzicato la mano nella porta? Sono stata io a chiuderla senza fare attenzione, non è stato Gioele!"
"Amore, sono fiera di te per avermelo detto. Ora sai che devi fare più attenzione. Cosa pensi che possiamo fare ora per rimediare?"
"Voglio chiedere scusa a Gabri e devo dire a Gioele che sono stata io, e che lui non ha fatto niente, stava solo giocando".
Appena si sono svegliati anche i fratelli, ha confessato loro come sono andate le cose.
"Non ti preoccupare, so che non lo hai fatto apposta e guarda, quasi non si vede più niente. Staremo più attenti" ha detto Gabriele.
Ma l’abbraccio più intenso lo ha avuto con il piccolo Gioele, mentre gli chiedeva scusa per non averlo detto subito.
È stato un momento molto bello per me, vedere questa maturità in Gaia, che non ha neppure 7 anni. Certo, avrebbe potuto dire tutto subito, ma chissà che timore avrà avuto in quel momento e cosa avrà pensato.
Un ambiente familiare comunicativo, favorisce il buon sviluppo emotivo dei bambini, oltre ad essere cruciale per aiutarli a superare le loro difficoltà, prendersi le loro responsabilità e parlarci sia del loro mondo interno, fatto di gioie ma anche di preoccupazioni, sia di episodi che avvengono intorno a loro, ad esempio a scuola o in altri contesti, in cui si possono sentire minacciati o in difficoltà.
I bambini comunicano a cuore aperto con noi, solo quando sono assolutamente certi di essere ascoltati e aiutati, senza ricevere punizioni o ritorsioni.
Per realizzare questa comunicazione familiare, è necessario praticare quotidianamente l'ascolto attivo:
1) Dagli la tua attenzione esclusiva mentre parla.
2) Guardalo negli occhi.
3) Riconosci i suoi sentimenti: "Vedo che ti piace ..., ti dà fastidio ..., ti rende felice ..., ti manca ..., sei arrabbiato ...,ti capisco" ecc.
Ricorda di:
Non interrompere
Non dare opinioni o offrire soluzioni
Non rifiutare i loro sentimenti con frasi come "non è niente, non preoccuparti".
Un abbraccio
Daniela
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