Per avanzare nella giusta direzione, è assolutamente necessario fare nostro il concetto che tutte le emozioni sono valide e legittime.
Sembra ovvio e scontato, ma in realtà di solito accettiamo come valide solo le emozioni che ci danno sensazioni gradevoli, ma difficilmente accogliamo rabbia, paura, gelosia, ecc.
Si dice che "Non ci sono emozioni buone o emozioni cattive."
Prova un attimo a pensare.
Tutte le emozioni, nessuna esclusa, si presentano per mostrarci qualcosa del nostro mondo interno e non dobbiamo negarle, ma accoglierle e dal tumulto interno che ci creano, capire poco a poco sempre più qualcosa di noi stessi.
La loro funzione è quella di farci vedere aspetti che hanno bisogno di attenzione.
Non è facile gestire le emozioni che "sentiamo" come negative, vorremmo solo che se ne andassero al più presto. Ma non ci rendiamo conto che l’unica persona che può modificarle siamo noi in prima persona.
E come?
Seguimi fino alla fine.
Innanzitutto accogliendole.
Che messaggio ci sta portando?
Che pensieri frullavano nella mia mente prima di reagire?
Perché mi sento così?
Da quale mia convinzione o credenza personale scaturisce tutto questo?
Cosa sto cercando di difendere?
Mi ha sempre affascinato il fatto che di fronte alla stessa identica situazione, due persone reagiscano in maniera diversa. E da cosa dipende? Vediamolo insieme con un esempio.
Siamo fermi al semaforo, stiamo pensando alle prossime vacanze e già ci immaginiamo sulla spiaggia a bere un cocktail.
Il semaforo diventa verde e il conducente della macchina dietro di noi suona il clacson, che ci riporta bruscamente alla realtà.
C’è chi manda a quel paese chi ha suonato oppure chi tranquillamente prosegue per la sua strada, quasi ringraziando quella persona, perché lo ha avvertito che era il momento di partire.
Cosa cambia?
L’interpretazione dell’evento.
Il primo lo interpreta come una mancanza di rispetto, maleducazione, scortesia. Ma qual è il pensiero di fondo? Normalmente un giudizio verso se stessi. Se siamo severi con noi stessi, saremo severi con gli altri, e viceversa come un gatto che si morde la coda. E questo senso di inadeguatezza fa reagire in maniera "poco presente" perché veniamo rapiti dal giudice interiore.
Mentre se siamo indulgenti con noi stessi, lo saremo anche con gli altri, e viceversa.
Il secondo infatti ha interpretato il tutto senza sentirsi in qualche modo giudicato. È una persona che conosce se stesso e questo episodio non lede la sua autostima.
Sta a noi decidere da che parte stare.
Vedi, per accompagnare al meglio nostro figlio nel suo viaggio nell’esplorazione delle emozioni, dobbiamo fermarci un attimo e riflettere sulle credenze che abbiamo interiorizzato in merito alle emozioni che provocano sensazioni sgradevoli e malessere, perché se non facciamo questo lavoro, sarà poi difficile agire e intervenire nel migliore dei modi quando nostro figlio farà i "capricci" o avrà una crisi di rabbia.
Se temiamo noi per primi la rabbia, come facciamo a tollerare che nostro figlio la stia provando?
Ricorda sempre che le credenze creano pensieri che a sua volta creano emozioni. Ma mentre i pensieri sono sfuggenti come il vapore, le emozioni sono dense come l’acqua e riusciamo a sentirle nel corpo molto più facilmente. Sono anche come l’odore del gas quando c’è una fuga. Non ci fosse l’odore che ci avvisa, non ci accorgeremmo che c’è un tubo che perde. Il che potrebbe diventare molto pericoloso.
Ed è per questo che le emozioni sono una preziosa fonte di informazioni sul nostro mondo interno.
È la credenza che hai sulla rabbia che non ti permette di gestirla al meglio quando tuo figlio la prova.
Domandati se davvero per te tutte le emozioni sono legittime. È importante.
Cosa passa nella tua testa quando tuo figlio viene da te piangendo arrabbiato e deluso, perché il disegno non è venuto come vorrebbe? O quando il fratellino più piccolo senza farlo apposta gli ha fatto cadere la torre di Lego che stava costruendo?
È sicuramente importante quello che dici e come ti rivolgi a tuo figlio, ma altrettanto importante è quello che pensi. La comunicazione avviene anche a livello sottile. Se, sotto sotto, il mio autodialogo interno dice:
Che cavolata per un disegno!
Che sarà mai, sempre la stessa torre di Lego!
Quando si metterà in testa che i mostri non esistono!
Che stress!
Qual è il reale messaggio che arriva a nostro figlio?
La comprensione e l’accoglimento delle loro emozioni deve avvenire anche nel nostro profondo e una delle chiavi sta appunto nell’accettare che tutte le emozioni sono valide e degne di essere vissute. Quello è davvero mettersi nei panni del bambino. È capire che tutto ciò che prova è degno di essere da lui vissuto ed espresso, e da noi accolto con amore e rispetto.
Ci si chiede perché a volte non li si riesce a calmare anche se mettiamo in pratica tutti gli accorgimenti e manteniamo la calma.
La risposta? Non c’è vera connessione.
È come se i bambini vedessero di fronte a loro un genitore con una bella maschera felice e di calma apparente, e sotto invece il vero volto teso e scocciato, e potremmo dire anche impaurito, perché non ha mai avuto modo di ascoltare e lavorare sulle sue emozioni, anche se sgradevoli.
Prova a pensare a quante volte hai provato questa sensazione magari al lavoro o in famiglia. La percepivi una certa nota di falsità che ti ha lasciato persino disgustata e che ti faceva ancor di più saltare i nervi?
La vera connessione avviene a livello sottile. Con un "ti accetto per tutto quello che sei".
Lo so, che a questo punto mi dirai: ma mica possiamo sempre essere presenti! Abbiamo i nostri problemi da adulti da risolvere! E a me chi ci pensa?
Infatti, l’importante è conoscere come funzionano questi meccanismi in modo da non farcene una colpa quando si mettono in moto e ci fanno soffrire. E quando diventiamo consapevoli che un problema esiste dentro di noi, possiamo iniziare a ringraziare chi quel problema l’ha fatto emergere (nostro figlio, il partner o la suocera) e iniziare a lavorare su di noi per guarirlo alla radice.
Non facciamocene una colpa se non sappiamo venire a contatto con le nostre emozioni, è così che siamo stati educati e nessuno ce lo ha insegnato fino ad ora.
Ma ora più che mai il nostro compito è di crescere dei bambini con una sana consapevolezza emozionale, e il cambiamento può partire solo da noi.
Un grande abbraccio e grazie della tua presenza.
Daniela
Altre risorse utili per te
PROGRAMMA AUTOSTIMA CONNECTION
Una video guida passo-passo per entrare in connessione con tuo figlio e trovare la serenità che desideri...
andando alla radice.
https://www.emospace.academy/autostima-connection
VIDEO CORSO REGOLE E LIMITI
Una video guida studiata per genitori con bambini da 0 a 6 anni, studiata per definire regole e limiti in casa con amore
https://www.emospace.academy/regole-limiti-corso
GENITORI AL CONTRARIO
Il primo libro scritto da Daniela e Federico per imparare a guardarti negli occhi di tuo figlio ed esprimere il meglio di te come genitore
Versione e-book - https://www.emospace.academy/genitorialcontrario
Versione cartacea su Amazon - https://amzn.to/37xx50j
ACTIVITY E-BOOK AUTOSTIMA CHALLENGE
28 giorni di attività semplici ma profonde con tuo figlio per connetterti empaticamente migliorando la sua autostima (da 4 a 12 anni)