L’amore è alla base della nutrizione emozionale. E su questo non ci sono dubbi.
Ma molti genitori, in nome dell’amore, cadono nell’estremo dell’iperprotezione.
Il poco amore percepito da parte del bambino porta a conseguenze serie, ma anche fargli evitare qualsiasi tipo di difficoltà genererà conseguenze nel suo sviluppo. Queste conseguenze probabilmente non saranno visibili nell’immediato ma lo saranno sicuramente nel lungo periodo.
Sarebbero bambini, poi ragazzi ed infine adulti senza risorse e strumenti per gestire emotivamente, mentalmente, razionalmente e praticamente le piccole sfide quotidiane.
Non avrebbero modo di capire che valgono, che sono in grado, che sono capaci, che l’emozione si può gestire e che le frustrazioni fanno parte della vita avendo sempre avuto qualcuno che ha fatto al posto loro, che ha spianato la strada e ha facilitato loro la vita.
I genitori che hanno questo tipo di atteggiamento sono definiti “genitori elicottero”.
Nicole B. Perry, PhD dell'Università del Minnesota condusse uno studio longitudinale durato ben 10 anni su 422 bambini è arrivò alla conclusione che i figli dei genitori elicottero risultano avere un minore sviluppo delle capacità di controllo emotivo e comportamentale, minori capacità di reagire in modo appropriato di fronte alle situazioni della vita quotidiana, ad esempio nel contesto scolastico o con i propri coetanei, e minore rendimento scolastico.
Quando invece il genitore ha impostato l’educazione del figlio sostenendo l’autonomia, il bambino risulta essere in grado di gestire le proprie emozioni, di tollerare la frustrazione e di agire in modo sereno. Inoltre, presenta meno difficoltà scolastiche e di relazione.
L'iperprotezione dei genitori quindi fa sì che il bambino riceva un messaggio di incompetenza e può sentirsi inutile, timoroso e incapace di prendersi cura di se stesso.
Imparare ad affrontare e risolvere i problemi è un processo che inizia in tenera età e cresce con l'interazione genitore-figlio. Il modo in cui i genitori percepiscono il loro bambino contribuisce alla formazione del concetto di sé del bambino e, di conseguenza, alla sua autostima.
Quindi che fare?
Impara a conoscere e riconoscere le capacità di tuo figlio e fai in modo che lui stesso ne sia consapevole.Lascia che si cimenti e prenda iniziative, può sbagliare e rimanere deluso. Questo lo preparerà meglio per il futuro e lo aiuterà ad acquisire la fiducia necessaria per affrontare i suoi problemi a testa alta.
Sii un sottomarino invece di un elicottero: non “sorvolare” tuo figlio come un elicottero 24 ore su 24. Invece, sii un sottomarino: la tua presenza è costante in quanto sei guida e porto sicuro per lui, ma lascia che sia tuo figlio a mettersi in gioco e rimani “nell’ombra” pronto ad intervenire quando è in pericolo o ha bisogno di aiuto.
Un abbraccio
Daniela
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